Caffè e nutrizione. Effetti sull’organismo. Caffè e salute. Quanta confusione… abbiamo chiesto aiuto al biologo nutrizionista Giovanni Salvatori.

Il caffè è una di quelle bevande di cui si discute da tempo riguardo a effetti benefici e controindicazioni. Vengono dette molte cose sul rapporto tra caffè e salute, spesso senza fondamento scientifico. Prendendo spunto dalla cordiale richiesta di Gianni Ciravegna della torrefazione Bravi Caffè, cerchiamo di fare un pò di chiarezza sul tema.

Tra le molte componenti nutrizionali del caffè, la più nota e studiata è senza dubbio la caffeina, poiché dotata di proprietà importanti, come:

– l’effetto stimolatorio sulla secrezione gastrica e su quella biliare (ecco perché si ritiene che un caffè a fine pasto faciliti la digestione);

– l’effetto tonico e stimolatori sulla funzionalità cardiaca e nervosa (ecco perché molte persone ne apprezzano l’effetto energetico, utile tra l’altro per non sentirsi assonnato in seguito ad un lauto pasto);

– l’effetto lipolitico, cioè favorente il dimagrimento (la caffeina stimola l’utilizzo dei grassi a scopo energetico e la termogenesi, aumentando la quantità di calorie bruciate dalla “macchina uomo”);

– l’effetto anoressizzante (il caffè assunto in dosi massicce diminuisce l’appetito).

Oltre alla caffeina, nel caffè sono contenute molte sostanze, il cui potenziale ruolo benefico sull’organismo è ancora in fase di studio. In particolare, sono state isolate diverse componenti dalle spiccate proprietà antiossidanti, antimutagene ed antinfiammatorie.

Mediamente la dose giornaliera di caffeina non dovrebbe superare i 350 mg, che corrispondono a circa 4-5 caffè. In soggetti ipertesi, cardiopatici, soggetti ad avere attacchi di panico, nelle donne in gravidanza, la dose si riduce a circa 150 mg, quindi 2-3 caffè. Tuttavia bisogna tenere in considerazione che non tutti i caffè sono uguali quanto al contenuto di caffeina. La Robusta ad esempio ne contiene molta di più rispetto all’Arabica.

Il contenuto di caffeina del caffè è proporzionale alla percolazione dell’acqua, cioè a quanto tempo passa l’acqua attraverso la miscela di caffè. Così avremo che il caffè della moka contiene circa 100mg di caffeina, un espresso in cialde ne contiene circa 60/80mg, il caffè americano circa 200mg

La sensibilità al caffè, o meglio alla caffeina in esso contenuto, dipende dalla tolleranza individuale. Vi sono persone che tollerano il caffè anche se preso dopo cena senza subire effetti negativi sul sonno, mentre altre non lo tollerano. La tollerabilità alla caffeina è determinata dalle caratteristiche genetiche individuali. Alcune varianti genetiche di enzimi deputati a metabolizzare il caffè, i cosiddetti citocromi epatici, in alcuni soggetti lavorano più velocemente, in altri più lentamente determinando una maggiore o minore persistenza della caffeina nel sangue con gli effetti che ne conseguono.

Altro tema importante riguarda cosa andiamo a aggiungere alla bevanda, zucchero o dolcificanti andrebbero evitati oppure almeno diminuiti.

Concludendo si può certamente affermare che il caffè preso nelle giuste dosi ha effetti positivi sul nostro organismo. Buon caffè!